Avere un ciclo abbondante significa perdere molto anche molto ferro, favorendo l’anemia. Andiamo a vedere con quali alimenti puoi affrontare questa problematica.
Avere un ciclo abbondante significa perdere molto anche molto ferro, favorendo l’anemia. Andiamo a vedere con quali alimenti puoi affrontare questa problematica.
Molte persone mi dicono parlando del marito o della moglie con invidia “ma è possibile che quando io mangio cose golose ingrasso mentre il mio partner, che non fa sport e mangia le stesse cose golose, sta sempre bene e non ingrassa mai?” Si, è vero, in apparenza per loro la bilancia non è un nemico, hanno braccia e gambe magre, e soltanto un po’ di pancetta. In realtà queste persone se è pur vero che non hanno chili di troppo, dovrebbero prestare la stessa attenzione di chi è obeso o in sovrappeso, alla misura della loro circonferenza addominale. La misura del girovita e il peso infatti, potrebbero non essere significativi se da un controllo con la bioimpedenziometria, risulta che il rapporto fra massa magra e massa grassa non è equilibrato e se quindi risulta che dentro all’addome si è accumulato pericoloso grasso viscerale. Tale condizione è davvero molto comune, si stima che riguardi il 65-70 % della popolazione mondiale. In tal caso, è necessario modificare lo stile di vita in maniera adeguata a partire dall’alimentazione.
La nutrizione cambia dall’interno l’espressione dei nostri geni. Ad ogni età, dal feto alla maturità alla menopausa, ciò che ingeriamo alimenta la nostra salute e stabilizza il nostro sistema. Le sostanze contenute in ciò che mangiamo, la modalità di preparazione degli alimenti, gli abbinamenti fra i cibi, attivano o inibiscono la funzionalità degli organi del nostro corpo e dialogano con il nostro genoma, facendolo evolvere. Consumando alimenti sbagliati, ogni giorno favoriamo nel nostro corpo un infiammazione silente di basso grado, che porta al logoramento del nostro organismo.
La patatine fritte fanno male? La mia risposta è …dipende! La cottura è importante per valorizzare la pietanza e renderla attiva per il fegato.
Da sempre ci si interroga sull’origine della depressione e si cercano cure efficaci per combatterla e contrastarla. La letteratura in merito è molto ricca. Molti studi hanno scoperto che le persone con disturbo depressivo maggiore presentano alterazioni del microbiota intestinale, ma si sa ancora troppo poco su quali siano esattamente i microbi che differiscono tra le persone sane e i pazienti con questa patologia. Il microbiota intestinale è stato comunque associato a moltissimi disturbi e patologie che coinvolgono il cervello.
Il microbiota è un organo del nostro organismo, è custodito all’interno del nostro intestino, è composto da batteri, lieviti, virus, migliaia di comunità microbiche, miliardi di cellule batteriche. Il microbiota pesa 1-1,5 Kg, più o meno quanto pesa il fegato. Oggi si sa che è un vero e proprio organo come il fegato, il rene, il polmone e così via. Ciascuno ha il “suo” microbiota, cioè i suoi batteri, che variano in rapporto al cibo mangiato e alla sua storia personale. Quando mangiamo non siamo mai soli, perché nel nostro intestino sono presenti miliardi e miliardi di batteri, miceti, virus, comunità microbiche che aspettano di mangiare anche loro.
Il cibo visto come un alleato per prevenire la malattia e favorire la longevità. Come abbiamo già visto in altre puntate, la nutrizione cambia dall’interno l’espressione dei nostri geni. Ad ogni età, dal feto alla maturità alla menopausa, ciò che ingeriamo alimenta la nostra salute e stabilizza il nostro sistema. Le sostanze contenute in ciò che mangiamo, la modalità di preparazione degli alimenti, gli abbinamenti fra i vai cibi, attivano o inibiscono la funzionalità degli organi del nostro corpo e dialogano con il nostro genoma, facendolo evolvere. Il cibo funziona davvero nel nostro corpo!